Il polverone politico, nato dalla decisione della maggioranza presa nell’ultimo Consiglio comunale di San Salvo di nominare un commissario ad acta per portare a termine l’adozione e l’approvazione del Piano regolatore generale, ha provocato reazioni immediate e contrastanti.
La maggioranza ha spiegato che la nomina era inevitabile: alcuni consiglieri di minoranza non hanno consegnato la documentazione patrimoniale richiesta dalla legge, necessaria a verificare eventuali conflitti di interesse durante il voto sul Piano regolatore. Nonostante i ripetuti solleciti degli uffici comunali, i documenti non sono stati presentati, rendendo impossibile procedere regolarmente con l’approvazione dello strumento urbanistico.
Per garantire legalità , trasparenza e continuità , la maggioranza ha affidato la gestione a un commissario esterno, approvando la nomina all’unanimità dei presenti, dopo che l’opposizione aveva abbandonato l’aula.
La consigliera di minoranza Michela Torricella, esponente del Partito Democratico, respinge le accuse di ostruzionismo e sottolinea come la nomina del commissario esterno di fatto spodesti i consiglieri del loro diritto di partecipare attivamente e di votare su uno strumento così importante per il futuro della città .
In conclusione, la vicenda mette in luce lo scontro tra maggioranza e minoranza: da un lato la necessità di garantire il rispetto della legge e il completamento dell’adozione e approvazione del Piano regolatore, dall’altro la percezione di esclusione politica dei consiglieri di minoranza. Alla luce di quanto accaduto, sarebbe inoltre auspicabile conoscere i nomi dei consiglieri inadempienti, così da avere un quadro completo della situazione e comprendere appieno le responsabilità che hanno portato a questa decisione straordinaria.
Servizio di Ercole d'Ercole