Il Piano nazionale di ripresa e resilienza è una delle più grandi opportunità di investimento pubblico degli ultimi decenni. Ma in Abruzzo, la macchina amministrativa sembra arrancare. A lanciare l’allarme è Daniela Aiuto, ex parlamentare europea, che punta il dito sulla lentezza nell’attuazione dei progetti.
Secondo i dati disponibili, su circa 8.000 interventi presentati, solo il 16% è stato definito. Un dato che fotografa una regione in difficoltà, dove la progettazione c’è, ma manca la capacità di tradurla in cantieri, servizi e opere concrete.
Il tempo stringe: entro il 2026 tutti i fondi dovranno essere spesi e rendicontati. Se ciò non avverrà, le risorse torneranno indietro, vanificando anni di pianificazione. A pesare è soprattutto la debolezza degli uffici tecnici, spesso sottodimensionati e privi di personale specializzato.
Aiuto invita a un cambio di passo immediato: servono task force regionali, supporto ai comuni e una regia politica forte. Senza una strategia chiara, l’Abruzzo rischia di perdere una fetta importante di finanziamenti europei, con gravi ripercussioni sullo sviluppo del territorio.
Servizio di Ercole d'Ercole
