VASTO - «Abbiamo comprato questi terreni 30 anni fa. Durante l’inverno sto a Torrebruna, perché mi piace stare al mio paese, mio figlio non voleva neanche farmi vedere quello che era successo. Tutti i fiori e le piante che vedete sono stati piantati da mio marito, lui non c’è più da 17 anni. Ora – trattiene a stento le lacrime – è andato tutto perso. 30 anni di lavoro e di sacrifici e non c’è più niente».
È la testimonianza di Maria Cilli, cittadina di Torrebruna, pioniere insieme al marito dei camping della riviera, che in questi giorni è alle prese con la devastazione subìta dall'esondazione del torrente Buonanotte. La forza delle acque è stata tale da abbattere facilmente muri e spostare i pesanti blocchi di cemento che formavano le gradinate dell'area riservata agli spettacoli
La signora Maria non ha mai tagliato i ponti con il comune di origine, l'inverno lo passa lì, mentre da Pasqua torna a Vasto Marina per gestire il camping Europa del quale oggi ha passato le redini al figlio.
«Una vita di sacrifici - ci ha detto ieri - Con i nostri clienti storici è nato un bel rapporto nel corso degli anni, tanto da stare insieme durante le attività quotidiane. Ora molti stanno tornando a vedere i danni, è dura dover dire loro di ricomprare gli elettrodomestici. Sicuramente altri non verranno dopo aver visto in che condizioni siamo».
Il camping apre solitamente alle porte della primavera, ma oggi la stagione turistica sembra compromessa. Molte prenotazioni sono state disdette dai titolari: i lavori di recupero saranno lunghi e faticosi.
«I frigoriferi li abbiamo ripresi al mare - aggiunge indicando gli elettrodomestici danneggiati che costellano il camping - Questo posto lo curavamo come un gioiellino».
Oggi la storia della signora Maria è comune a tanti, troppi, altri casi: una vita di sacrifici distrutta dagli effetti dell'incuria e dell'abbandono.
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