Ringo Starr non ha mai mangiato una pizza.
Non ti scusare…
Veronica Pellegrini, 37 anni, romana, laureata in ingegneria alla Sapienza, lavora come esperta di dinamica del volo spaziale per Maxar Technologies, la società a cui la Nasa ha affidato la costruzione del Ppe, il modulo propulsivo che partirà nel 2024 e, grazie a enormi pannelli solari, fornirà energia alla futura stazione Lunar Gateway, la base orbitante per le spedizioni umane e robotiche sul satellite. Vive a Orange County, in California, con il marito Simone Chesi, conosciuto alla Sapienza, e i due figli, Aurora e Elon, di 7 e 3 anni. Dell’Italia le mancano il calore degli abitanti e il cibo genuino. «Ma non potrei mai tornare – dice con un pizzico di malinconia — I miei ex colleghi dell’università mi raccontano di avere difficoltà a trovare lavoro e, se lo trovano, dicono di ricevere salari talmente miseri da non potersi neanche permettere una casa in affitto. Scusate, non ce la farei, ho una famiglia» [CdS].
Russia e Francia alla guerra dello champagne
«Vladimir Putin inaugura il sovranismo delle bollicine e dichiara guerra alla champagne francese. Il presidente russo ha firmato una legge in base alla quale lo champagne esportato nella Federazione non potrà più chiamarsi così, ma dovrà accontentarsi della ben più modesta denominazione di “spumante”. Il marchio classico delle bollicine sarà invece riservato a quelle prodotte in Russia. Puntuale la risposta dei francesi indignati, che hanno decretato lo stop alle esportazioni verso la Russia di Moet&Chandon, Veuve Clliquot e Dom Perignon» [Mess].
Giuseppia
«Gli americani che intendono procedere con le varie cancellazioni, dovrebbero smettere anche di chiamare la loro terra con il nome con cui i coniugi Vespucci chiamarono il loro figlio: Amerigo. Anzi, dovrebbero ringraziarli perché se si fosse chiamato Giuseppe avremmo gli Stati Uniti della Giuseppia» [Andrea Moro, classe 1962, linguista, a Piera Anna Franini, Giornale].
Niente accordo sul ddl Zan, si va allo scontro in Aula
Il tentativo dei partiti di trovare un compromesso sul disegno di legge Zan contro l’omotransfobia è fallito. Ieri mattina, dopo 274 giorni in cui il ddl era bloccato dall’ostruzionismo del centrodestra, il senatore Andrea Ostellari, leghista, presidente della commissione giustizia di palazzo Madama, ha proposto in extremis di cancellare dal testo ogni riferimento all’identità di genere e di inserire maggiori tutele per le scuole paritarie. I renziani di Italia Viva erano d’accordo, ma Pd e 5 Stelle non hanno accettato (anche perché, modificando il testo originale, bisognerebbe tornare alla Camera). Il ddl, già approvato a Montecitorio durante il Conte 2, sarà votato dall’Aula il 13 luglio, ma la sua approvazione è a forte rischio: i 17 voti dei renziani sono determinanti, inoltre si temono defezioni nell’ala cattolica del Pd. Il senatore Roberto Calderoli, decano della Lega, sta già preparando una valanga di emendamenti.
Chiara Ferragni, 34 anni e 24 milioni e rotti di follower su Instagram, tra una pubblicità e l’altra, ha postato la foto di Matteo Renzi con accanto la scritta: «L’Italia è il paese più transfobico d’Europa. E Italia Viva (con Salvini) si permette di giocarci su)». E a commento: «Che schifo che fate politici». Replica di Renzi, su Facebook: «Fa bene Chiara Ferragni a dire quello che pensa. Solo che da lei mi aspettavo qualcosa di più di una frasina banale e qualunquista. Dire che i politici fanno schifo è il mediocre ritornello di chi vive di pregiudizi. Da una persona che stimo mi aspetterei un confronto nel merito. Perché sapete chi fa davvero schifo in politica? Fa schifo chi non studia, chi non approfondisce, chi non ascolta le ragioni degli altri, chi pensa di avere sempre ragione. Io ho firmato la legge sulle unioni civili, mettendoci la fiducia: quella legge dura più di una storia Instagram. Per firmarla ho preso insulti, ho rischiato la vita del governo, ho fatto compromessi. La politica è serietà, passione, fatica: non è un like messo per fare contenti gli amici. Se Chiara Ferragni vuole confrontarsi sugli articoli 1, 4, 7 della legge Zan e sugli emendamenti Scalfarotto, io ci sono. Se Chiara Ferragni vuole conoscere come funziona il voto segreto al Senato, ai sensi dell’articolo 113.4 del Regolamento, io ci sono. Se Chiara Ferragni vuole discutere, criticare, approfondire, io ci sono. Se Ma sia chiaro. La politica, cara Ferragni, è un attività nobile e non fa schifo». Controreplica di Fedez, che della Ferragni è il marito: «Stai sereno Matteo, oggi c’è la partita. C’è tempo per spiegare quanto sei bravo a fare la pipì sulla testa degli italiani dicendo che è pioggia».
Anguille
Settembre 2000. Eric Moussambani, un ragazzo della Guinea Equatoriale, primo atleta della sua Nazione a partecipare alle Olimpiadi, arriva all’International Aquatic Centre di Sidney per i 100 metri stile libero. È lì grazie a una wild card (un accesso diretto riservato agli Stati in via di sviluppo senza peso agonistico), e a nuotare ha imparato soltanto otto mesi prima. Già dalla “spanciata” nel tuffo in acqua è chiaro: si tratta di un nuotatore dilettante; e poi, braccia scoordinate, testa sempre fuori dall’acqua, gambe larghe e basse. Commentatori e pubblico subito ridono di lui e fischiano. Ma lui non molla. Sa che sua madre, suo padre, il suo villaggio e il suo Paese lo stanno guardando: non può deluderli. Tra i crampi, conclude la gara nel doppio del tempo di un nuotatore medio e per poco non sviene sul traguardo. Verrà soprannominato Eric l’anguilla, e diventerà un simbolo dello spirito olimpico [Fatto]
Ricci
«Ogni articolo che ho scritto a Carrà viva cominciava con “Raffaella Carrà è riccia”, una rivelazione di cui non mi sono mai stancata, e non vedo ragione di smettere col tempo presente. È, sarà, sempre quella cosa lì: una con una tigna così pazzesca da avere il caschetto più famoso della storia, sebbene non fosse una liscia naturale. Questa cosa gli uomini – beati loro – non la capiscono, ma una che per decenni si spaccia per liscia può tutto: fare la storia della televisione, insegnarci le relazioni senza che le imparassimo mai (se avessimo dato retta a “E se ti lascia, lo sai che si fa? Trovi un altro più bello, che problemi non ha”, non ci sarebbe servita mai nessuna rubrica di posta del cuore), stare di fianco a Mina senza sfigurare pur con molte gambe e molta voce in meno, morire di nascosto senza darci il tempo di compatirla (aveva compiuto da poco 78 anni, non si sapeva fosse malata), e inventare il tuca tuca» [Linkiesta].
Glovo
Il Garante per la protezione dei dati personali ha affibbiato una multa da 2,6 milioni di euro a Glovo, app spagnola del food delivery presente in molte città italiane: l’algoritmo che assegna il lavoro ai rider non rispetterebbe le norme sulla privacy, e non garantirebbe «procedure per tutelare il diritto di ottenere l’intervento umano, esprimere la propria opinione e contestare le decisioni adottate» [Fatto].
Ultime dall’Afghanistan
I talebani hanno conquistato il distretto chiave di Panjwaj, luogo natale del mullah Omar. Il generale Hibatullah Alizai, comandante delle forze governative speciali, ha ordinato di difendere le città e gli snodi stradali più importanti con delle «cinture di protezione», ma le forze regolari afghane, ormai, cedono ampie fette di territorio senza combattere. Solo sabato, almeno trecento uomini dell’Esercito nazionale, spaventati dall’avvicinarsi dei fondamentalisti, hanno passato la frontiera con il Tagikistan. Secondo stime dell’Associated Press, i talebani controllano un terzo dei 421 distretti in cui è diviso l’Afghanistan, e 13 sono stati conquistati solo nelle ultime 24 ore. La caduta di Kandahar sembra questione di giorni.
Kandahar è la città più importante dei pashtun. Qui, nel 1996, avendo avuto l’ardire di coprirsi con il mantello usato da Maometto nel suo miracoloso viaggio notturno verso il cielo, il mullah Omar fu acclamato emiro dei credenti.
Altre cose
Allora: in Italia per arrivare alla sentenza definitiva in un processo in media servono 1300 giorni;
il soprannome dell’avvocato Amara è Zorro;
a Garray, una remota località della Castiglia, c’è una serra di 14 ettari dove si coltiva marijuana;
una malattia è definita rara se ha una prevalenza inferiore a 5 ogni 10 mila persone (si contano tra 6 e 8 mila malattie rare, quasi 2 milioni di persone che ne soffrono in Italia);
quasi la metà dei francesi sono obesi o sovrappeso;
la Biblioteca Nazionale di Israele ha messo online tutta la collezione di autografi di Franz Kafka;
Sylvester Stallone nel tempo libero dipinge e colleziona opere d’arte;
quando la Carrà passò a Mediaset Berlusconi le fece recapitare cento rose rosse;
per rispondere al libro di Travaglio che lo accusa di «Conticidio», Matteo Renzi ha scritto un libro pure lui;
nella Striscia di Gaza, Hamas punisce i gay con dieci anni di carcere;
Orietta Berti impiega 25 minuti per truccarsi;
secondo una legge appena approvata gli spagnoli potranno decidere a quale sesso appartenere già a 12 anni (e cambiare idea ogni volta che lo vorranno);
il padrone della Red Bull – tale Dietrich Mateschitz, detto Didi, 77 anni - vive in un castello in Stiria, ha un’isola alle Fiji e un sottomarino privato e ama accogliere gli ospiti in costume tirolese;
il principato di Monaco ha lanciato in orbita un nano-satellite;
in Messico solo nel 2019 sono morte in maniera violenta 34.982 persone, cioè 95 al giorno, 4 ogni ora;
Salvatore Sirigu è l’unico calciatore della nazionale a non usare i social;
Franz Kafka dipingeva quadri astratti il cui significato non era chiaro nemmeno a lui;
Jeff Bezos ha creato un fondo di 10 miliardi per la lotta al cambiamento climatico;
Giovanni Paolo II fu ricoverato al Gemelli sette volte e definì l’ospedale «Terzo Vaticano» («il primo Vaticano è San Pietro, il secondo è Castelgandolfo, il terzo ormai questo policlinico»);
il ministro dell’Interno inglese, Priti Patel, nata a Londra da genitori indiani, vuole prendere i richiedenti asilo e, in attesa che un tribunale decida se hanno diritto a venire accolti in Gran Bretagna, spedirli tutti in Ruanda.
pochi giorni fa Amazon ha scritto alla Commissione federale del commercio, l’Anti-trust americana, chiedendo la revoca della nomina a presidente di Lina Khan, ritenuta non imparziale;
il pil del Libano in pochi mesi è crollato del 40 per cento;
l’Università del Piemonte Orientale – tre sedi tra Novara, Vercelli e Alessandria – consentirà agli studenti transgender di dare esami e laurearsi con il nome e l’identità che si riconoscono, anche se questi non corrispondono a quelli indicati sui documenti;
Oliviero Diliberto ha curato la traduzione in italiano del codice civile cinese;
Micaela Ramazzotti è andata dallo psicoterapeuta per tre anni;
il candidato del centrodestra a sindaco di Milano non ha l’auto, non sa guidare e gira la città in Vespa;
quando la pecora Dolly fu sottoposta a eutanasia, la rivista Nature scrisse che era morta di overdose, come una rockstar;
Annamaria Fiorillo, il pm che nel 2010 si occupò del caso della marocchina Karima El Mahroug, ora si candida con la sinistra al consiglio comunale di Gallarate;
quasi quattro laureati su dieci in Giurisprudenza e Medicina sono figli di avvocati, notai e medici;
Alessandro Di Battista ha scritto per il Fatto un reportage dalle miniere della Bolivia (l’attacco: «Il fine settimana decine di minatori, per lo più giovani, bevono litri di birra per le vie di Potosì»).