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Preparativi al via per il tradizionale 'Fuoco di San Tommaso' a San Salvo

Sabato 20 dicembre l'appuntamento

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Il 20 dicembre non è una data qualunque per San Salvo. Mentre il resto del mondo corre verso il Natale tra luci artificiali e frenesia, qui, nel cuore della nostra città, ci si ferma per riaccendere una fiamma che arde ininterrottamente da 280 anni.

Il Fuoco di San Tommaso (o meglio, Lu Foche de Sande Tumuässe) non è solo un falò: è il battito pulsante della nostra identità.

Proprio stamattina, infatti, i primi operai sono stati al lavoro per predisporre la base dei mattoni, sabbia e altri materiali, il cuore strutturale che servirà domani come base d’appoggio per il grande falò di San Tommaso.

Questo basamento non ha solo una funzione tecnica di protezione della pavimentazione della piazza, e di sicurezza ma rappresenta le fondamenta stesse di un rito che sta per compiersi. Sopra questa base verrà innalzata la catasta, un lavoro di incastri perfetti per costruire una “torre” di legna capace di sfidare il vento e bruciare.

Tra storia e leggenda: perché il 20 dicembre?

Nonostante il nome richiami l’apostolo Tommaso, il vero protagonista di questa devozione è San Vitale Martire, patrono di San Salvo.

Una domanda sorge spesso spontanea: se il fuoco celebra l’arrivo delle reliquie del patrono San Vitale, perché tutti lo chiamano “Fuoco di San Tommaso”?

La risposta sta in un antico incastro del calendario. Nella notte tra il 20 e il 21 dicembre del 1745, quando la spedizione tornò da Roma con i resti sacri del Martire, la Chiesa celebrava la festa di San Tommaso Apostolo (che all’epoca cadeva proprio il 21 dicembre, prima di essere spostata dal calendario moderno). Per il popolo, quella era semplicemente la “notte di San Tommaso”, la più lunga e buia dell’anno.

La storia ci riporta proprio alla notte tra il 20 e il 21 dicembre del 1745. Le reliquie del Santo, donate da Papa Benedetto XIV, stavano arrivando da Roma. Quando la notizia del loro imminente arrivo raggiunse il borgo, i sansalvesi, colti di sorpresa e nel cuore della notte più lunga dell’anno, si riversarono in piazza. Per sconfiggere il buio e il gelo, iniziarono ad accumulare legna e ad accendere un immenso fuoco per accogliere degnamente i resti del loro Protettore.

Da allora, quel gesto di accoglienza si ripete ogni anno propri per ricordare quella fatidica notte.

Per San Salvo, accogliere le reliquie di un Martire (San Vitale) attraverso la luce di un altro Santo (Tommaso) significa riaffermare che la salvezza non è un concetto astratto, ma un cammino fatto di volti, di ossa sacre e di comunità che si stringono insieme per non perdersi nel buio. Ogni scintilla che sale verso il cielo è una preghiera che attraversa i secoli, unendo la terra all’eternità.

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